C'era un tempo in cui il vino moldavo era quello più pregiato della cantina dello Zar al Cremlino. La Moldova si trova al confine orientale della Romania, ed è il Paese più vitato tra quelli appartenenti alla ex Unione Sovietica, con quasi il 4% dell'intero territorio a viti. Addirittura un quarto della popolazione è in qualche modo legata al vino. Come per gli altri Stati dell'area, la superficie vitata ha però perso di estensione, a seguito della campagna contro l'alcool promossa negli anni '80 da Gorbaciov, passando da 240000 ettari di vigneto a circa 160000, che in ogni caso è un valore considerevole. E prorpio analogamente a quanto accaduto negli altri Paesi di quella zona europea, ha successivamente ottenuto ingenti finanziamenti europei, che le hanno permesso di rinnovare tecniche e strumenti di lavoro. E soprattutto la qualità dell'offerta. Le condizioni per produrre un grande vino ci sono tutte, la Moldavia si trova alla stessa latitudine della Borgogna, ha una topografia favorevole ed un clima mitigato dagli influssi del Mar Nero. La maggior parte degli appezzamenti si trovano nella parte centro-meridionale, intorno alla capitale Chisinau, ed è a Stefan Voda che si produce il miglior rosso del Paese, il Negru de Purkar, a base Cabernet Sauvignon, Saperavi e Rara Negra. Storicamente la Moldavia è molto legata alla tradizione vinicola francese ed infatti l'Aligotè è in assoluto il vitigno più presente, seguito da Merlot, Sauvignon Blanc, Pinot Noir, Pinor Gris e l'uva georgiana Rktsiteli. Negli ultimi anni stanno tornando in voga anche le uve locali come Fetasca Alba e Feteasca Neagra, che danno vita a vini freschi e spumatizzabili. La produzione è di circa 2,5 milioni di ettolitri annui che hanno un valore export pari a ben 140 milioni di euro.