Il Nebbiolo è la risposta piemontese al Pinot Noir, e come il nobile vitigno della Borgogna non rende al meglio quando è troppo lontano dalla propria comfort zone. Il Nebbiolo infatti da il meglio di sè nelle Langhe, tra Barolo e Barbaresco. In queste zona matura pienamente ed è in grado di dare vita ad una incredibile combinazione di tannini, acidità e pigmentazione, che lo rende unico al mondo. I grandi Nebbiolo correttamente invecchiati diventano oltremodo seducenti, irresistibili. Fa bene anche nella zona di Gattinara ed in Valtellina, e recententemente è stato riscoperto negli Stati Uniti ed in Australia. Sono ben 7 le Docg a base Nebbiolo, e poco meno di 30 le Doc, tutte ben al di sopra della Pianura Padana. I tratti distintivi del Nebbiolo sono piuttosto marcati, con sentori di rosa e viola al naso, eppoi gli agrumi. Il tipico bouquet viene spesso compleato da ricordi terrosi e di catrame. Il suo nome piemontese, e quello lombardo di Chiannevasca, sono allusioni alla nebbia. Forse per la pigmentazione dell'acino o magari perchè la sua maturazione tardiva porta a vendemmie autunnali, fatto sta però che nel calice si dimostra sempre un vino solare, ammaliante e di gran classe. Le prime citazioni di questa varietà risalgono al 1200 ma è solamente nel 1800 che i suoi richiami diventano abitudine. In ogni caso, insieme al Sangiovese è l'uva italiana più celebre, una manna dal cielo quando è richiesto un abbinamento gastronomico a base tartufo o in piena tradizione sabauda.