Carolina Gatti Raboso 2019
16,30 €
Annata | 2019 |
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Produttore | Carolina Gatti |
Formato | 75 Cl |
Provenienza | Italia |
Tipologia | Vino Rosso |
Vitigno | Raboso del Piave |
Esaurito
Produttore: Carolina Gatti
Raboso
️ Ponte di Piave, Veneto
Carolina Gatti
Raboso del Piave 100%
2019
️ 11%
I grappoli si raccolgono i primi di novembre, macerano sulle bucce per dieci giorni. La fermentazione avviene spontaneamente mediante i lieviti autoctoni. Follature e rimontaggi frequenti. Il vino affina in vasche di cemento e riposa in bottiglia per almeno tre mesi.
Naso complesso, di fiori a petalo scuro e di frutti di bosco, poi sottobosco, Pepe Nero e Rabarbaro, minerale sul finire
Fresco e vivace il sorso, sapido e con tannini presenti ma eleganti
Temperatura di servizio 14°-16° (anche 18° se lo si vuole più espressivo)
Frittura di Paranza
Un vino rosso gioioso ed adatto al pesce
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Ponte di Piave (Tv), Veneto
Carolina Gatti è una enolega, blogger e soprattutto vignaiola. Determinata e coraggiosa, libera.
La sua azienda si estende su 5 ettari a Ponte di Piave, sulle colline di Conegliano-Valdobbiadene. Indissolubilmente legata al Raboso del Piave, una varietà davvero poco conosciuta ma generosa, se la sai lavorare, Carolina ha gia molte vendemmie alle spalle, partecipando fin da bambina a quelle di casa.
Si avvicina al vino con una idea convenzionale di esso ma rapidamente sposa le filosofia scarsawmnte interventista e naturale.
Prova ne sono gli impianti in cui alleva le sue viti nella Marca Trevigiana, una tecnica antichissima e davvero desueta, la Belussera. E’ un sistema di allevamento non meccanizzato simile alla raggiera.
Le sue vigne si avvinano verso i 100 anni e le sono state consegnate dal padre Lorenzo, che ancora oggi la aiuta, insieme alla madre Renata e al fratello Lino.
La cantina è davvero un enorme ecosistema dato che accanto ai vigneti ci sono campi di Mais e vengono allevati capi di bestiame da cui deriva anche la sostanza organica utilizzata come concime.
I trattamenti in vigna sono davvero pochi, si va dalla poltiglia bordolese ad una minima distribuzione di zolfo e rame, in cantina si utilizzano solo lieviti autoctoni, i vini non vengono filtrati e la solforosa viene aggiunta in quantità davvero esigue.