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Cile

Cile: Riflessioni

La rapidità con la quale in Cile sono spuntate repentineamente regioni vinicole è un caso senza pari nel mondo. E se prima i vini cileni erano facili, economici e provenienti prettamente dalla paradisiaca Valle Central, ora sono sempre più raffinati oratori delle regioni da cui provengono. Il primo fatto che sorprende del Cile è infatti la sua gamma incredibile di latitudini. Dal 2011 i produttori possono inserire in etichetta termini come Costa, Entre Cordilleras e Andes, per distinguere vigneti differenti pur ubicati nella stessa area geografica. Questo è dovuto alle differenti condizioni viticolturali, se così possiamo definirle, dei siti litoranei, delle pianure centrali o delle pendici rivolte ad est della catena costiera.
Il clima è molto simile a quello del Mediterraneo, con tanto sole, cielo limpido ed aria secca. L'unico difetto è quello di portare in dote estati senza pioggia, e di questo si lamentavano pure gli Inca, che per aggirare il problema crearono una straordinaria rete di canali che convogliava l'acqua dalle Ande, dove il ghiaccio in questa stagione si scioglie.
C'è anche meno umidità rispetto alle aree vinicole dei Paesi limitrofi come l'Argentina o nei confronti dei più nobili Europei. Ed anche la Filossera qui è praticamente sconosciuta, forse per merito dell'isolamente goegrafico cileno. Si possono semplicemente piantare talee sul terreno ed attendere che queste lascino crescere le proprie radici. Tutta un'altra storia rispetto ai portinnesti, che comunque hanno salvato la viticoltura europea ed oltre.
Non è solo il clima a variare in territori tanto vasti ma pure i terreni e le rocce. Ad Ovest il suolo viene descritto da ardesia, granito e scisto, mentre nella pianura centrale ciò avviene grazie all'argilla ed allo scisto, Cordigliera ed Ande sono a tendenza colluviale.
Un terreno leggero, fertile ed in controllo sull'acqua rende la viticoltura una pratica facile, anche se ovviamente sono i terreni poveri quelli che danno vita ai vini più memorabili.
Una sola grande uva autoctona, anzi due: il Pais, conosciuta come Mission in California o Criolla Chica in Argentina, ed il Carmenere, da cui ormai si producono i più iconici vini cileni. Questa è però una terra di internazionali, per cui si possono assaggiare vini ottenuti con le più celebri uve al mondo. La speranza è che in futuro si dia sempre più spazio ad uve locali. Ma in questo non crediamo particolarmente dato che il Cile, per le caratteristiche di cui sopra, e per il basso costo della sua manodopera, sta attirando viticoltori provenienti da tutte le parti del mondo, spesso famosissimi.
Le zone più importanti sono sostanzialmente 4 e non si può non iniziare dal Cile Settentrionale e della sua pazzesca viticoltura eroica, con vigneti anche a 2500 metri sopra il Pacifico, e nel mezzo del deserto di Atacama. Al confine con la Bolivia, sulle Ande, a Talabre arrivano addirittura a 3500 metri.
Questi vigneti si trovano a nord delle aree più settentrionali come Elqui e Limari.
Procedendo verso il centro del Cile, poco a nord di Santiago troviamo un'altra aree importantissima, quella di Aconcagua, che prende il nome dalla vetta più alta delle Ande, con i suoi circa 7000 metri. Qui possiamo individuare 3 sottozone, la calda Valle di Aconcagua, e le fredde Casablanca Valley e Valle di San Antonio.
Ancora più a sud si giunge finalmente alla Valle Central, a due passi da Santiago. Questa a sua volta viene suddivisa tra le zone di Curico, dal clima temperato ed irrigazione non indispensabile, e quelle dei tre fiumi principali: Maipo, più piccola e calda, Rapel, in rapida espansione e Maule, vulcanica e che gode di inverni piovosi e di estati aride.
A sua volta la Valle de Rapel, cela due gioielli, la valle di Cachapoal e quella più nota di Colchagua.
L'ultima zona è quella del Cile Meridionale, con le 3 aree principali, Itata, Bio Bio e Malleco, le quali non sono protette dalla catena costiera e risultano umide e fresche, ideale per Riesling, Gewurztraminer e Pinot Noir.
Gli ettari vitati sono oltre 200000, dei quali 12000 destinati alla bevanda locale, il Pisco. Il Cile produce ben 13 milioni di ettolitri e vantano un valore export, in continua crescita, di oltre un miliardo e mezzo di euro.

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