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Bulgaria

Bulgaria: Riflessioni

Negli anni '70 il Cabernet Sauvignon bulgaro era sinonimo di qualità, ma poi negli anni '90 tutto è cambiato in peggio, a causa delle privatizzazioni conseguenti al post blocco imposto da Gorbaciov (1985). Possiamo affermare che dagli anni '50 in poi la Bulgaria è stata un serbatoio generoso per il consumo dell'Unione Sovietica. Con il crollo di una industria locale abbastanza florida infatti molti vigneti caddero in disuso ed alcune aree vinicole abbandonate. Cantine ed impianti di imbottigliamento statali furono privatizzati, anche grazie ai fondi europei e all'interesse crescente di investitori europei.Nel 2009 gli ettari vitati erano poco più che 58000, ed in buona parte destinati alla Rakia, l'acquavite locale. Le area produttive sono essenzialmente 2, la Pianura della Tracia e la Pianura del Danubio, qui sono concentrate le 21 DOC e le 23 DOCG del Paese. Il Merlot è l'uva più allevata con oltre 10000 ettari, seguita dal Cabernet Sauvignon con circa 9000, ma ricoprono un'area ampia anche Syrah, Malbec, Traminer, Sauvignon Blanc e Viognier.Il vitigno autoctono principale è il Mavrud da ci si ottengono rossi corposi e speziati, adatti anche all'invecchiamento. Le sue zone di adozione sono Plovdiv e Assenovgrad. Nella Valle dello Struma invece troviamo la rarissima Shiroka Melnishka Losa, che da vita a vini robusti e profumati, alle volte dolci, probabilmente a causa della lunga permanenza in botti vecchie cui viene spesso sottoposta. Ulteriori territori interessanti sono quelli di Shumen, Sakar e Veliki Preslav, ad est, dove si producono Red Misket, Dimiat e Sauvignon Blanc.

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